
Non sono più una studentessa.
Ora non so cosa sono, ma questo è già un inizio.
La laurea è stata bellissima, meglio non poteva andare. Non avevo aspettative, ed è stato un bene, perché mi sono ritrovata immersa in una situazione che non avevo né previsto né sognato.
… che a sognare per poi star male non vale la pena, e se poi le cose non vanno come credi è una fregatura ….
Ho cercato con tutta me stessa di non programmare, mi piaceva così!
Mi piaceva arrivare al momento della discussione senza sapere cosa avrei fatto, detto, sentito. E sono contenta che [quasi] tutte le persone che amo facevano a gara per ricevere le mie attenzioni. La loro vicinanza è stata palpabile e mi sono sentita desiderata e voluta bene. Ho creduto fino all’ultimo che mi sarei emozionata, di malavoglia, e ho lottato fino all’ultimo per restare impassibile.
A volte è necessario.
Qualche piccolo dispiacere non è mancato, ma è passato in secondo piano rispetto a tutto il calore umano che ho percepito. Non mi sono mai sentita così festeggiata, giusto per far capire.
Poi sono trascorsi i giorni, e ho continuato a svegliarmi presto come sempre.
Avevo previsto vacanze, relax e grandi letture.
Avevo pensato a mille attimi solo per me.
Mi frulla per la testa solo il fatto che non sono più una studentessa. E ora che non so cosa sono difficilmente digerisco questo non essere.
È meglio che vada a “spolverare” i miei regali.