Senza paglietta …

Spazio spazio io voglio, tanto spazio
       per dolcissima muovermi ferita;
voglio spazio per cantare crescere
       errare e saltare il fosso
       della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.

Alda Merini 

 

Ieri sono stata al mare, era il mio sabato libero.
C’era così tanto vento che la paglietta cadeva e volava, dovevo stare attenta che nessuno la calpestasse.

Anni fa non amavo il mare, non so perché ma mi faceva sentire a disagio. Non aspettavo che arrivasse l’estate né riuscivo ad andare oltre le apparenze.

… perché andare al mare non significa abbronzarsi e tornare a casa più belle…

Con gli anni il mio sentimento è cambiato e ieri mi sono accorta che sarei voluta restare “lì” per sempre.

Isolata. Silenziosa. Libera

Perché ho scelto un roccia, soltanto un pezzettino, e sono rimasta lì. Ho preso un libro di poesie e ho iniziato a leggere a voce alta, come una bambina dispettosa, senza che mi importasse che qualcuno mi sentisse.

E il rumore delle onde trasportate dal vento, le gocce d’acqua che delicatamente hanno bagnato le pagine del libro erano un sollievo.
In quel momento non c’era nessun fastidio.
È diversa la mia vita ora, continuo ad apprezzare le piccole cose come un tempo, ma le amo in maniera differente, continuo a non essere capita ma ne importa sempre di meno. E tengo sospese le parole come se persone non le meritassero. E leggo tra le righe, ascolto suoni mai ascoltati, recupero il tempo perso: ho un conto in sospeso con il mio mare.