Noncuranza di te.

Ma un uomo del genere, dico io, è capace, per denaro, di scannare un suo simile! L’ingordigia dell’oro è oggi un morbo diffuso, che finisce con l’abbruttire chi n’è preso.

L’idiota, F. Dostoevskij

Ieri mi sono sentita diversa.

Indifferente, a tratti imbarazzata per questo.

Ho scavato dentro di me per cercare un po’ di comprensione, ma sono arida se ti penso.
Eppure ti volevo bene, e ancora te ne voglio.
Questo non basta per superare la mia indifferenza, perché non riesco a crederti e nemmeno per un momento mi è dispiaciuto vederti in difficoltà.

Mi sento diversa per la totale noncuranza di te, e mi dispiace non per quello che perdo – se perdo – ma perché so che non hai nessuno.
E penso che, nonostante tutto, sono stata io a cercarti per chiarire, per parlare, per provare ad andare avanti.
E in te non ho sentito scuse, nè voglia di rimediare …
Tu che non sai con chi parlare, perché intorno a te hai fatto tabula rasa, e sei circondata da conoscenze frivole e amicizie egoiste, non ti preoccupi di avere quasi trent’anni e comportarti come se ne avessi la metà.
Tutto questo non ti aiuta a capire che sei ancora in tempo per essere quella che nascondi di essere.

e posso difenderti con chiunque, ma non come stessa.

La tranquillità che provo quasi mi fa paura.

Io non ho bisogno di denaro

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti….
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Alda Merini

premi di consolazione.

… è facile gettare le colpe sempre sugli altri.

N. Ammaniti

È la scelta più semplice.
Istintiva forse, dettata da pochi meccanismi machiavellici.
O forse meditata, studiata a tavolino e portata avanti da un mix di cattivi sentimenti.

Ci sono delle situazioni in cui non puoi combattere anche volendo. Puoi stare a guardare il susseguirsi degli eventi, è già sufficiente.
E se riesci a stare calma e non pensare ogni momento della giornata a ” certe cose “, se non ti fai del male da sola è una fortuna enorme.
Non puoi prevenire gli eventi, né puoi aspettarti che le persone arriviste e scorrette vincano ad ogni costo.
Mi sembra di parlare di cose banali. Mi sembra di essere un’adolescente che racconta nel suo diario le pugnalate delle “amichette” gelose.

… che poi non ci si deve stupire di queste cose, né a trenta né a sessant’anni, perché l’invidia delle persone (vicine) non è un qualcosa che respiri e gestisci, ma ti prende alla sprovvista.
Ti sentirai sempre stupida, in ogni caso e in ogni tempo.

… perché è facile essere vigliacchi, fare le vittime, parlare alle spalle per metterti in cattiva luce.

E non è importante se hai la coscienza pulita, perché agli altri non gliene frega niente. Non ti verranno a chiedere che cosa è successo.

Certe pochezze non ti rendono più forte, non ti fanno sentire superiore, onesta, migliore.
Certe pochezze ti fanno sentire perdente.